PRECARIETA' DELLA SEDE DI SERVIZIO
IL SINDACATO LIBERA RAPPRESENTANZA DEI MILITARI CHIEDE L'OTTIMIZZAZIONE SIA DEI CRITERI DI ASSEGNAZIONE SEDI CHE DELLA GESTIONE DEI TRASFERIMENTI.
AVVIATO UN PRIMO TAVOLO TECNICO PER LA MODIFICA DELLA LEGGE 267/2000
Il Sindacato Libera Rappresentanza dei Militari, all'interno dell'iniziativa intenta ad agevolare una sinergica collaborazione tra l'amministrazione difesa ed i rappresentanti del personale militare, ha avviato più tavoli tecnici interni, per analizzare il tema della precarietà della sede di servizio.
Tale progetto nasce dall'esigenza di coniugare al meglio le esigenze d'impiego con le aspettative del personale militare che presta servizio lontano dai propri affetti.
E' un fatto conclamato, per noi di L.R.M., che l'assegnazione provvisoria ovvero per un termine prestabilito di permanenza su una determinata area geografica, causa un senso di precarietà che incide negativamente sia rispetto al diritto che si vorrebbe tutelare, sia pure rispetto alle potenzialità di rendimento del personale militare.
Appare evidente a questo Sindacato Militare che se il personale militare sceglie o è chiamato ad accudire un proprio familiare affetto da disabilità non può esserne penalizzato sia in termini di assegnazione precaria, anche prolungata nel tempo, sia pure in termini d' impiego ed accumulo di punteggio (Legge 104)
E' altrettanto evidente, dunque, che se il militare meritevole della fiducia dei suoi concittadini venisse scelto per amministrare o rappresentare la propria comunità e magari operando proficuamente venisse rieletto, non si può pensare che lo stesso possa svolgere un mandato scevro da possibili condizionamenti dovuti ad un trasferimento momentaneo presso la sede dove svolge il mandato elettorale. (Legge 267)
Non procedere ad una preventiva individuazione dei posti disponibili presso le diverse sedi di servizio, pur conoscendone preventivamente le vacanze organiche, è inaccettabile oltre che dispendioso per le risorse messe in campo. Sul punto si pensi alle migliaia di colleghi che avviano istanza di trasferimento e di reimpiego praticamente alla cieca, senza avere contezza, preventivamente, se nella sede gradita vi siano posizioni libere da andare ad occupare.
Ad avviso di questo Sindacato vi sono troppe discrasie nella gestione dei trasferimenti del personale. Tale riflessione non deriva dalle scelte operate dallo Stato Maggiore Esercito rispetto ai numeri che intende movimentare di anno in anno, questo è compito dell'Amministrazione. Invero la critica nasce rispetto a criteri che vengono decisi e cambiati continuamente, alla mancata pubblicità della programmazione numerica e delle disponibilità, alle penalizzazioni subite da chi si sposta per accudire i propri figli minori di 3 anni (art. 42.bis), alla decurtazione di punteggi utili al trasferimento solo perché colleghi meno fortunati accudiscono un figlio, una figlia, un familiare disabile.
Questi i quesiti che sono stati posti nel tempo dai nostri iscritti e questi i temi oggetto del lavoro dei gruppi tecnici e Team Legal del Sindacato Libera Rappresentanza dei Militari.
Di seguito una delle tematiche, affrontata, elaborata e trasmessa con le relative soluzioni emendative.